lunedì 26 marzo 2007

IL MITO DELLE FOIBE

Le foibe rappresentano il tradizionale cavallo di battaglia della destra nostrana (e non solo).La propaganda nazional-fascista prima,e quella “socialdemocratica” ed “equidistante” dopo, ha sempre sostenuto la tesi delle “migliaia di persone” gettate nelle cavità del carso triestino e istriano dai feroci partigiani (comunisti) del maresciallo Tito.
Vogliamo quì ribadire alcuni dati di fatto,che arrivano da documenti di pubblico dominio, i quali sono ignorati da coloro che ciclicamente “scrivono” di foibe ma che in realtà si limitano a riscrivere ciclicamente quanto giaà pubblicato.

Le truppe dell’Esercito di Liberazione Jugoslavo presero possesso di una parte del territorio istriano subito dopo l’8 settembre del 1943.Dopo un mese i nazifascisti ripresero il controllo della regione.Dai giornali dell’epoca(1) si può leggere che il ripristino dell’ “ordine” costò la vita a 13mila istriani,nonchè la distruzione di alcuni paesi.
Nel frattempo nazisti e R.S.I. iniziarono a creare la mistificazione dell foibe,cioè i presunti massacri perpetrati dai partigiani.
Nell’inverno 1943-44 furono riesumati circa 300 corpi di persone(2) la cui morte può essere attribuita a giustizia sommaria fatta dai partigiani nei confronti di esponenti fascisti,ma per alcune cavità si sospetta vi siano stati gettati i corpi dei morti in seguito ai bombardamenti nazisti.
Basta dare un occhiata ai giornali dell’epoca per vedere come l’entità delle uccisioni sia stata esagerata,ad esempio fu pubblicato (in croato e in italiano) un opuscolo dal titolo: “Ecco il conto”,contenente le foto di alcune salme e basato su slogan anticomunisti.
A distanza di più di 50 anni i toni di questa mistificazione rimangono gli stessi: “migliaia di infoibati solo perché italiani, vecchi, donne e bambini e persino
sacerdoti”; “infoibati ancora vivi” e “dopo atroci torture” (non di rado s’è poi visto che le sedicenti “vittime
scampate alle sevizie titine” erano in realtà criminali di guerra che descrivevano le cose che essi stessi avevano
fatto ad altri) e così via.
Se poi andiamo a riguardare i verbali delle autopsie dell’epoca scopriamo come (dato l’avanzato stato di decomposizione) fu impossibile stabilire se qualcuno avesse subito delle torture,così come i particolari raccapriccianti che compaiono in ogni libro sulle foibe (genitali infilati in bocca,il prete con la corona di spine ecc...)non sono menzionati nei verbali delle autopsie.
Come detto prima da più di 50 anni la destra ci “bombarda” con i crimini del maresciallo Tito e dei suoi partigiani,tale propaganda viene tirata fuori a seconda del periodo politico;ad esempio durante il processo a Priebke,sostenendo la tesi che se si processavano i nazisti per i crimini commessi in Italia,bisognava processare anche i partigiani e gli “infoibatori” del carso.
Ciò che,negli ultimi 15 anni,è cambiato è che ad avvallare queste tesi ci si mette anche la sinistra istituzionale.
Più volte rappresentanti dei D.S. si sono recati a Bassoviza, “monumento nazionale” per via dei famosi “500 metri cubi di infoibati”,nonostante i rapporti ufficiali parlino solo di 20 corpi quasi tutti di militari tedeschi .
Gli anni passano,e la storiografia “progressista” anzichè fare chiarezza sulle schifezze fasciste commesse in Jugoslavia si è appiattita sulle menzogne fasciste e oggi ci ritroviamo tutta una schiera di sindaci,storici e politici “democratici e di sinistra” sposare quelle tesi tanto care ai fascisti sostituendo la causa etnica (infoibati perchè italiani) con quella politica (infoibati perchè contrari al comunismo titoista).
Ricordiamoci che mentre prima l’anticomunismo viscerale era patrimonio dei fascisti oggi è fatto proprio anche dai “pentiti” della sinistra ansiosi di conservare il nuovo look democratico e,soprattutto,ansiosi di raccattare voti e consensi dai più disparati settori sociali.
Già il democratico Ciampi,nel 2002,sostenne che le foibe rappresentarono “un esempio di pulizia etnica” (cosa questa che, come ha sostenuto lo storico Galliano Fogar, nessuno
storico serio osa sostenere),perchè furono finalizzate,a suo dire, a cancellare la presenza italiana nella zona.
Eppure sappiamo tutti che la presenza italiana in Istria e Dalmazia è viva e attiva e godette di tutela (scuole,associazioni culturali,bilinguismo)sia sotto la Jugoslavia e ancora oggi.

IL MITO FOIBE: BASSOVIZZA

Come detto prima,la “foiba” di Bassoviza è il “monumento nazionale” sul quale vengono a rendere omaggio esponenti di tutte le cariche istituzionali.E’ anche la “foiba” (le virgolette sono d’obbligo visto che non è una cavità naturale ma un pozzo minerario) più spesso citata dalla storiografia ufficiale per il suo alto numero di vittime.
Andiamo a vedere le cose nel dettaglio.
Nell’estate del 1945 alcune notizie stampa (provenienti dal C.N.L. triestino) danno per recuperati,dalla foiba di bassoviza,circa 400 corpi.
Il governo militare alleato (non i “perfidi comunisti titini”) smentisce tali affermazioni dichiarandole false e infondate,provvedendo a una serie di controlli nella zona e a un eventuale recupero dei corpi effettivamente gettati nel pozzo di Bassoviza.
Da un articolo dell’epoca: “ E’ del 13 ottobre 1945 il rapporto che elenca sommariamente i risultati delle esumazioni, effettuate
utilizzando la benna (...) questo documento (...) permette di avere la conferma che almeno una decina di corpi
umani furono recuperati dagli angloamericani.” , “Le scoperte effettuate - si legge nel rapporto - si riferiscono a parti
di cavallo e cadaveri di tedeschi, e si può dedurre che ulteriori sopralluoghi potrebbero eventualmente rilevare corpi di cadaveri italiani “. .
In tutto i corpi recuperati,sempre secondo questo rapporto,furono: “otto corpi umani interi, due di questi presumibilmente di tedeschi ed uno forse di sesso
femminile, alcuni resti umani e carcasse di cavalli.”
Ma andiamo più a fondo,e vediamo un altro “rapporto segreto” stilato dagli alleati nel 1945 e pubblicato dal “Piccolo” (giornale triestino) il 30 gennaio del 1995 dal titolo “Così 2 preti testimoniarono gli infoibamenti”
Vediamo cosa riferisce un certo “Source” (nome in condi ce dello stilatore del rapporto)del racconto di don Sceck,parroco di Corgnale, (già parlamentare del regno d’Italia prima del fascismo): “Il 2 maggio egli (don Šcek, n.d.a.) andò a Basovizza... mentre era lì aveva visto in un campo nelle
vicinanze circa 150 civili “che erano riconoscibili dalle loro facce quali membri della Questura”. La gente del
luogo voleva far giustizia in modo sommario ma gli ufficiali della IV Armata erano contrari. Queste persone furono
interrogate e processate alla presenza di tutta la popolazione che le accusò (...) Quasi tutti furono condannati a
morte. (...) Tutti i 150 civili furono fucilati in massa da un gruppo di partigiani, e poi, poiché non c’erano bare, i
corpi furono gettati nella foiba di Basovizza”.
Già quì qualcosina salta fuori,a partire dall’esecuzione che tanto sommaria non fu (consideriamo circostanze e contesto dell’epoca) che avviene dopo che un intera popolazione ha accusato questi elementi.Guardiamo poi chi la eseguì: non i “perfidi” partigiani comunisti e titini ma gli uomini della IV armata statunitense;strano che questo non rientri nella monumentale storiografia sulle foibe.
Ma,andiamo ancora oltre,e vediamo cosa realmente accadde: “quando Source
chiese a don Šcek se era stato presente all’esecuzione o aveva sentito gli spari questi rispose che non era stato
presente né aveva sentito gli spari”.Quindi il prete in questione fu testimone dei processi,ma non degli infoibamenti,ne tantomeno delle esecuzioni.
Se andiamo a vedere i dati ufficiali,del resto,possiamo notare come tutte le persone arrestate dai partigiani e successivamente scomparse (italiani e non) nella provincia di Trieste furono non più di 500.
Di questi 500 circa 150 furono i militari internati nei campi, e non rientrati; un centinaio le
Guardie di Finanza che facevano parte di un gruppo arrestato a Trieste perché al momento dell’insurrezione
avevano sparato contro i partigiani, seguendo ordini dati loro erroneamente; altri 150 erano membri della Polizia
(di questi 69 avevano fatto parte dell’Ispettorato Speciale di P.S., la famigerata “banda Collotti” che si macchiò di
orribili crimini, torture, violenze carnali, saccheggi); i rimanenti erano per lo più collaborazionisti di vario tipo,
però rimangono alcune persone delle quali non si sa molto o che furono vittime di vendette personali.
Un ultimo accenno va fatto sul numero delle foibe,continuamente ripreso (con tutti i suoi errori) dai vari libri che trattano la questione.
Di solito si nomina una quarantina di foibe senza darne ubicazione precisa,alcune “duplicate” come l’abisso di Semich e l’abisso di Semez sono la stessa cosa,viene affermato che nella foiba di Gropada vennero uccise 34 persone (mentre e dimostrato che i morti furono 5).Oppure la sedicente fpiba di Beca,la quale si troverebbe nei pressi di Cosina, nei dintorni di
Aurisina e di Comeno,cosa che se corrispondesse al vero costituirebbe un incredibile scoperta geologica.

In realtà servirebbe un libro intero per spiegare questa operazione di propaganda,escogitata dalla destra e avvallata dalla “sinistra democratica”.Noi ci fermiamo quì e consigliamo,come lettura,: un bel libro,fatto dalla compagna Claudia Cernigoi: Claudia Cernigoi, Operazione foibe a Trieste, Edizioni Kappa Vu.



1 “Il Piccolo” di Trieste ed “Il Corriere Istriano”, numeri da ottobre a dicembre 1943.

2 Dati tratti del rapporto del sottufficiale dei Vigili del Fuoco Harzarich (che diresse le operazioni di recupero dalle foibe
istriane tra l’ottobre ed il dicembre 1943), che si trova conservato in copia presso l’Archivio dell’I.R.S.M.L.T., n. 346.